Riqualificazione e valorizzazione eco-turistica della sponda destra del Fiume Ticino
Il progetto di riqualificazione e valorizzazione eco-turistica della sponda destra del Fiume Ticino interessa il tratto lombardo del Parco della Valle del Ticino, da Pavia (Borgo Ticino) fino a Carbonara al Ticino; tale progetto risponde a molteplici finalità ed esigenze sia di carattere politico-gestionale ed amministrativo (cooperazione nella gestione di aree limitrofe) che ecologico e tecnico-operativo (implementazione della rete ecologica rivierasca), nonché turistico-fruitive (riqualificazione turistica). L’area presenta un’elevatissima valenza ambientale e paesistica, costituendo nel contempo una delle vie più frequentate ed interessanti a livello regionale (argini sommitali, percorsi sentieristici ciclo-pedonali ed ippovie). Interessata storicamente dalla Via Francigena, per il futuro potrebbe costituire una delle vie preferenziali dell’Expo 2015, dedicata al paesaggio perifluviale del Ticino, alle sue emergenze naturalistiche (ad es. tratti di bosco molto naturale di querce ed olmi, i meandri del Ticino, le sue spiagge e i fontanili) e gastronomiche (agriturismi, produzioni tipiche quali antiche varietà di riso, fagiolo borlotto e cipolla, le risorse ittiche, ecc.). Nel contempo questa “via di natura e genti” risente della forte antropizzazione di secoli di intensa attività agricola, industriale, di regimazione idraulica (indispensabile per gli abitanti delle zone limitrofe), con campi coltivati (risaie) e abitazioni fin sulla sponda del fiume. Ne deriva spesso una situazione di forte degrado ed inquinamento floristico. Per “inquinamento floristico” si intende la presenza massiccia di specie invasive esotiche, giunte per motivi legati all’uomo, di solito dalle Americhe piuttosto che dall’Asia (oltre il 15% della flora lombarda). Da qui la forte necessità di contenimento, come prescrive anche dal 2008 la Legge regionale n. 10 sulla flora protetta, che riporta per la prima volta una “lista nera” di specie esotiche.
D’altra parte, pur in presenza di una richiesta turistico-ricreativa intensa dell’area rivierasca, le infrastrutture presenti non sembrano sempre adeguate sul piano organizzativo, le aree di sosta e le vie di accesso per le auto non sono in grado di rispondere a queste esigenze, creando nei mesi di punta primaverili ed estivi, fenomeni di abbandono dei rifiuti e altre forme di degrado ed inquinamento di aree che comunque non vantano forme ottimali di fruizione, ecosostenibili ed ecocompatibili.